Premessa

Se ci siamo incarnati proprio nel mezzo di una fase storica così dirompente e per giunta nel luogo più ostico dove viverla (l’Italia), è perché siamo attrezzati per farlo. L’universo non si è beffato di noi, l’universo aveva fiducia in noi. E per certi versi, bisogno di noi. Quaggiù e ora. Siamo stati scaraventati qua in piena tempesta perché siamo in grado di fronteggiarla, attraversarla. L’Italia è uno dei Paesi in cui si decidono le sorti del Pianeta, l’attacco frontale è stato sferrato qua, non c’è altro luogo dove le repressioni sono state spinte così oltre i limiti, e il fatto che ci siano ancora milioni di persone che non si stanno piegando, conferma che quella fiducia era ben riposta. Continuiamo a onorarla, difendendo strenuamente libertà e diritti, senza cedere a ricatti e soprusi. E tenendo ben aperti e alti i nostri cuori! 

Sotto alcune piccole azioni concrete per creare resistenza a un sistema che si sempre più opprimente e aiutarne una nuovo a nascere

Azione n. 1

 Creazione di comunità territoriali

Questa è in assoluto l’azione principe, quella più efficace e concreta per affrancarsi dalle oppressioni del sistema attuale, andandone a recidere i principali legami di dipendenza. Si tratta della creazione di piccole comunità territoriali autosufficienti, in tutto e per tutto. E' un fenomeno già avviatosi spontaneamente in diverse parti d’Italia dove sono nati dei primi modelli virtuosi a cui ora è possibile ispirarsi (come quello in Val di Sole, Pejo e Rabbi - in Trentino). Questa è la forma più incisiva di resistenza, perché di fatto non oppone resistenza frontale al vecchio ma va direttamente oltre, a creare il nuovo. Tante piccole, nuove, luminose, cellule sociali stanno affiorando e nel tempo andranno, in modo del tutto naturale e graduale, a sostituire quelle dell’attuale morente sistema. Sono comunità territoriali che uniscono centinaia di famiglie, generando al loro interno un sistema sano che investe ogni livello: da quello alimentare e finanziario, a quello scolastico, sanitario, solidale, culturale e ricreativo. Hanno terreni per le coltivazioni, reti dei mestieri e delle professioni, gruppi di acquisto solidali, disincentivano gradualmente l’utilizzo di carte di credito e depositi, valorizzano quando possibile la cultura del baratto, hanno insegnanti che si curano dell’istruzione dei ragazzi, hanno medici, legali, e si dotano di un fondo comune, che serve a sostenere le famiglie in difficoltà a causa delle restrizioni lavorative del pass. Queste comunità sono la riproduzione miniaturizzata di un sistema, ma di un sistema sano, e quando queste cellule sane inizieranno a moltiplicarsi in ogni parte del territorio, e a comunicare tra loro e aggregarsi, ci si troverà d’incanto di fronte a un sistema guarito e completamente rinnovato. E’ un processo naturale. Iniziamo a favorirlo, ognuno nel luogo in cui abita, ispirandosi alle comunità già nate e prendendo contatto con loro per avere indicazioni e consigli su come dare vita alla propria.



Viktor Frankl scriveva, avendolo sperimentato su di se, che “l’uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall’esterno”.

E ogni volta che l'uomo riesce ad andare oltre a ciò che gli è imposto dall'esterno, l’esterno d’incanto inizia a mutare… 
Sarà così anche questa volta.

Azione n. 2

 La sottrazione energetica e il direzionamento energetico



Tutto ciò che va frontalmente contro il sistema lo rafforza e consolida, e vivifica la dipendenza al sistema stesso. Se il sistema non ci piace, costruiamone uno diverso. Sottraiamo ogni forma di energia, sforzo, passione dal sistema morente, e concentriamole in quello nascente, contribuendolo a farlo crescere. Si può fare a tutti i livelli, partendo anche dalle piccole cose.

E’ un'azione determinante quella di sottrarre energia da ciò che non è risuonante e direzionarla, focalizzarla, esclusivamente verso ciò che invece lo è. 

Operare per e non contro. Agire per e non contro. Scrivere per e non contro. Parlare per non contro. Creare per e non contro. Manifestare per e non contro.  Il “contro” è ancoraggio al passato, il “per” è slancio verso il futuro. Il “contro” nutre il legame con il vecchio, il “per” dona energia al nuovo. Il contro è conseguenza, un effetto collaterale, naturale, del per. Nel momento in cui facciamo confluire noi stessi, le nostre esistenze, le nostre energie nel nuovo, sottraiamo noi, le nostre esistenze e le nostre energie al vecchio, che inevitabilmente deperirà fino a estinguersi o rinascere in nuove forme più sane (questo processo è già iniziato, anche se non tutti se ne sono accorti). Il vecchio ha bisogno di noi, siamo il suo cibo, e lo nutriamo sia quando lo serviamo sia quando lo contrastiamo (opponendoci a lui frontalmente e con le sue stesse armi e modalità), anzi l’energia a lui più necessaria è forse la seconda, perché il vecchio si ciba di conflitto, contrapposizione, attriti, divisioni (il gregge è funzionale ai poteri forti solo se controbilanciato da un controgregge, dalla presenza di pecore nere). La vera disobbedienza e più potente forma di rivolta, è sempre quella che insegue e lotta “per” qualcosa e non contro qualcosa. Può apparire una sfumatura, ma è una sfumatura sostanziale. Cambia l’energia, la qualità, gli effetti dell’azione.

Nel capitolo sopra abbiamo visto come la creazione in atto di nuove comunità territoriali sia la migliore risposta di fronte a un vecchio sistema che non risuona più con noi.

Domani vedremo invece l’applicazione dello stesso principio a una delle leve più forti su cui il vecchio sistema poggia e che permette al sistema di dimorare indisturbato. I mezzi di comunicazione del regime. Quelli che sono il vero cane da guardia del sistema. E vedremo come sia semplice, con poche facili azioni, depotenziarli senza alcun bisogno di combatterli frontalmente ma sottraendo loro energia e direzionando la stessa verso nuove fonti informative o creandone di nuove su misura.


Azione n. 3

 Depotenziare i media di regime 

(e creare un nuovo sistema di informazione)



L’informazione è ciò che permette ai poteri forti di veicolare e insinuare il pensiero unico, di silenziare e criminalizzare chi dissente, di occultare verità e crearne di artificiose. E’ il cane da guardia del sistema, protegge il padrone e azzanna chi lo insinua. Depotenziando questa leva il sistema perde forza, stabilità e credibilità. Ma come è possibile arginare l’attuale regime informativo e mediatico?

Semplicemente seguendo la stessa via che si sta usando per combattere il sistema a cui quel regime è asservito. Non combattendolo frontalmente, ma ignorandolo e creandone uno nuovo. Scegliendo fonti alternative dove informarsi, e nel tempo generandone di nuove (questa ultima fase sarà spontanea e concomitante alla nascita della nuova società, di cui si è parlato nel post iniziale).

Tutto ciò che va contro qualcosa lo rafforza e consolida la dipendenza verso quel qualcosa. Se qualcosa non ci piace, costruiamo qualcosa che ci piace. E’ un paradigma focale quello del sottrarre energia da ciò che non è risonante per direzionarla verso ciò che lo è. 

Il paradigma della sottrazione e del re-direzionamento può essere applicato in questa fase di rinascita in ogni ambito e aspetto. Anche all’informazione, appunto. Basta ignorare quel sistema di fonti e girare lo sguardo verso uno nuovo più adatto a noi. E se questo manca, costruirselo. Ecco delle semplici azioni attraverso le quali iniziare a farlo:


  1. Evitare l’acquisto delle edizioni cartacee delle principali testate nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, Il Resto del Carlino, La Stampa, Libero, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore, etc), evitare l’accesso ai loro siti, alle loro pagine social (annullando ogni mi piace o iscrizione pre esistenti), revocando ogni forma di abbonamento digitale e cartaceo, e inserzioni pubblicitarie. 
  2. Evitare la visione di tutti i Tg e la visione/partecipazione di tutti i programmi giornalistici e talk della tv di Stato (Rai), Sky, dei canali Mediaset e di LA7, e le visite ai loro canali web e social. 
  3. Analogamente evitare siti e pagine social dei principali giornalisti e influencers che animano testate governative, social e salotti televisivi (Fazio, Scanzi, Lucarelli, Formigli, Vespa, etc) e che condizionano pesantemente l’opinione pubblica.
  4.  Sul fronte opposto vanno invece seguiti e sostenuti quei pochi spiragli di libera informazione (La Verità, Radio Radio, Byoblu, L’Indipendente e le trasmissioni Report e Fuori dal Coro, etc) visitando i loro siti, pagine social, e quando possibile aiutandoli con sottoscrizione di abbonamenti e con donazioni nel caso delle realtà più piccole (nei prossimi mesi ne nasceranno molte nuove). 
  5. Condividiamo queste azioni con altre persone che sono in risonanza di pensiero con il nostro, diffondiamo queste piccole regole a più persone possibili; più siamo, più diveniamo incisivi e acceleriamo il processo, indebolendo di conseguenza l’attuale regime mediatico e il sistema che su di esso si regge.


I quotidiani di regime hanno dimezzato le vendite in questi ultimi anni, i telegiornali di governo gli ascolti e due di loro son stati costretti a chiudere per mancanza di pubblico. 

Il declino di un sistema è sempre preceduto dal declino dei media asserviti a quel sistema. Il processo è in corso, non continuiamo a donare loro la nostra energia, il nostro tempo e il nostro denaro. Il telecomando è nelle nostre mani, in tutti i sensi…

Non immaginate quanto queste semplici azioni siano determinanti nel togliere energia al sistema mediatico e ai poteri forti che su quel sistema fanno affidamento. Per i media la paura più grossa è quella di essere ignorati. Meno audience, meno entrate, meno attrattiva per inserzionisti, meno influenza, meno potere e minor risonanza per la voce dei poteri forti. Ma non solo. La maggiorparte di questi canali e dei loro giornalisti si nutre di energie e vibrazioni basse alimentate da contrapposizione, rabbia, lamentela, critiche, insulti, scontri, polemiche e con le stesse frequenze cattura e tiene sintonizzati i lettori. Anche quelli che non la pensano come loro.  Sono canali che hanno quindi un fisiologico bisogno di avversari, di persone che la pensano diversamente, altrimenti non funzionano. Nel vero senso della parola.  Se vengono a meno gli elementi discordanti, quei canali cessano nel tempo di esercitare fascino e attrazione anche sugli stessi sostenitori. Il belato a senso unico finisce per annoiare il padrone e il gregge stesso. Un gregge ha bisogno di pecore nere. Le pecore nere possono fare a meno del gregge :-)



Azione n. 4

 La guerra tra "Noi" e "Loro"



Il lessico è uno specchio fedele del contesto storico e delle sue dinamiche. Quello attuale ad esempio è contraddistinto da una terminologia fatta di opposti, contrari, contrapposizioni.. segnale che ci troviamo di fronte a una società fortemente divisa, conflittuale, dove sono presenti fazioni e schieramenti. Ed è curioso vedere come le parti usino gli stessi identici termini, a significato invertito, per indicare se stessi e i rivali 

Ogni parte identifica nel "NOI" i buoni, i giusti, i retti, e nel "LORO", i nemici, tutti coloro che la pensano diversamente. 

Più la dinamica noi/bene - loro/male si imprime nell'immaginario delle persone, e aderisce nei loro animi, più la divisione sociale si accentua, assumendo toni sempre più intolleranti e violenti. Una terminologia che va a marcare la distanza e la diversità e la rende ancor più incolmabile.

La logica della contrapposizione è il combustibile sottile che permette al male di autorigenerarsi e perpetuarsi. L’errore più grosso è pensare che questa logica si limiti alle fazioni visibili sul campo. Se improvvisamente sparisse una di queste, ci si accorgerebbe che in quella rimanente vi erano già attivein grembo pulsioni contrapposte, fazioni delle fazioni che all’interno della principale avevano già in essere i germi della divisione o di future divisioni. 

Funziona da sempre così, e in alto lo sanno. I poteri forti lavorano sodo per alimentare simili dinamiche divisorie. Finché c'è un "noi" contro un "loro", finché la società è divisa in due, chi sta in alto prospera indisturbato e continua a decidere le sorti di entrambe. Prendete un qualsiasi periodo di forte conflitto sociale e osservate come quel conflitto si sia innescato… Non c’è bisogno di avventurarsi in epoche remote. Pensate alle leggi razziali e alla persecuzione degli ebrei. Anche allora iniziò con dei poteri forti che divisero le persone tra ‘noi e loro’ e seminarono nei cittadini intolleranza e odio verso altri cittadini (tra l’altro a proposito di lessico ricorrente, anche allora vi era una razza definita “contagiosa”, secondo i nazisti la vicinanza con gli ebrei determinava infatti "retrogradazione fisica e spirituale, e inizio di un contagio lento, ma infallibile”, per questo andavano isolati da luoghi pubblici, scuole, e privati di diritti e libertà).

Esiste da sempre una sorta di pulsione ineluttabile, che fa in modo che ogni cellula sociale generi impulsi che la fanno tendere alla frammentazione. 

Come porre fine a tutto ciò? Agendo su quella che è la cellula prima che origina questo riverbero duale, e la cellula prima si trova dentro ognuno di noi. Nel singolo. La divisione, la dualità, abita il singolo individuo e ciò che vediamo fuori, farsi materia in manifestazioni vistose non è altro che un riflesso della prima. Ed è agendo sulla prima che la seconda si attenua e tende alla dissoluzione. All’interno di ogni “noi”, c’è un “loro”

o riflessi di “loro” da integrare. E’ proprio l’inversione di questo principio di dualità il fondamento del salto vibrazionale che ci è richiesto in questa epocale fase di transizione che porterà a una nuova società. La sparizione delle parti. Dissolvere ogni pulsione duale in noi, per sentirsi parte di un unico “noi”.

Intermezzo - Pensieri & Riflessioni

 

In mano nostra il destino 


E' un periodo di grande emersione, tutto ciò che era finzione si palesa e tutto ciò che era autentico acquista luminosità. Ataviche paure e ombre si impossessano di cuori e menti, finendo talvolta per deformarli e fecondarli di pensieri/sentimenti violenti, discriminanti, deprivati di di umanità. Ma dove è la luce a prevalere si assiste a un fenomeno inverso, e riaffiorano in superficie pulsioni e movenze che furono di eroi, conquistatori, rivoluzionari e martiri. Come un gioco di riflessi aperto a ogni esito, lo scontro tra il bene e il male ha scelto noi come campo di battaglia, e ha scelto noi come filtro vivente che può decidere se dar forma a mostri o a santi. 💚

....

Guardo fuori dalla finestra e tra le massicce armate schierate dai tiranni e gli ultimi brandelli di libertà, si frappone un esile cortina di resistenti. Impavidi che la libertà hanno a cuore e con ogni mezzo proteggono. Sono pochi ma ciò che li anima li rende infiniti, perché ciò che li anima risveglia in altri pari ardore. 
Io non ho dubbi su chi sarà a trionfare.




Usiamo le parole


Usiamo le parole!

In questo periodo c'è bisogno di parole. 

Usiamo le parole, perché le parole sono potenti. Sono espressione luminosa della potenza che è in ogni essere umano. 

Siamo esseri potenti, facciamo sentire la nostra potenza a chi crede che non ne possediamo o a chi si illude di averne il controllo. Facciamo sentire la nostra potenza attraverso le parole. Il mondo non è più potente di noi, delle nostre parole. Per questo motivo... qualcuno che si crede il mondo proverà a togliercele, o peggio tenterà di farci pronunciare parole identiche alle sue, suggestionandoci fino a indurci a sentirle nostre. Teniamo le parole collegate al cuore, perché le parole che escono dal cuore sono incorruttibili, inarrestabili, attraversano e colmano distanze, erodono e penetrano barriere. Non esiste arma che possa fermare il corso di queste parole e non esistono limiti agli effetti che queste parole sono destinate a generare. 

Usiamo le parole! 



Dell'eterna lotta tra sonno e veglia 


In questo delicato periodo storico la lotta decisiva non si sta consumando fuori, tra persone o fazioni, ma dentro, tra le diverse parti che determinano il pensiero e l’agire di ognuno. E’ questa la battaglia più lacerante, di cui l'esterno è estensione, la materia riflesso e conseguenza. Tolstoj nei suoi diari ricordava l’importanza di questa contrapposizione e soprattutto di quanto determinante sia l’esito con cui si risolve. 

“Durante la vita cosciente, l’uomo può spesso avvertire in se stesso due diversi esseri - scriveva - uno è cieco, e percepisce la realtà soltanto attraverso gli altri sensi del corpo; l’altro è l’essere che vede, ed è l’essere spirituale. L’essere cieco, animale, mangia, beve, riposa, dorme, procrea, e si muove così come si muove una macchina a cui è stata data la carica; l’essere spirituale, che è invece è dotato della vita, e che è congiunto all’essere animale, non fa nulla di per sé, ma si limita a vagliare l’attività dell’essere animale, e se questa attività coincide con lui, essere spirituale, allora egli l’approva, mentre essa discorda da lui, egli non l’approva”. 

Noi possiamo scegliere di silenziare l’essere spirituale, la nostra coscienza, e lasciare che sia l’essere animale a guidarci con le proprie paure, le proprie reazioni meccaniche, sprofondando ancora di più in un sonno sordo e avvolgente, o invece possiamo ascoltare il grido di ciò che in noi è spirito, di ciò che in noi è vita e vita reclama, e partecipare con consapevolezza a un processo di rinascita collettiva che, con noi o senza di noi, condurrà a una nuova luminosa fase storica. 

Arriverò un giorno a non dipendere da alcuna influenza esterna? - si chiedeva Tolstoj, individuando in quel momento il massimo traguardo per l’uomo, in quanto nell’uomo “che non dipende da alcuna influenza esterna, lo spirito con le sue esigenze prevale necessariamente sulla materia, e allora l'uomo realizza il suo scopo”.

L’uomo che si risveglia dal sonno e spezza le catene con l’esterno e con il tempo, è un uomo libero.

C’è un altro autore che ha saputo magnificamente evocare con parole questa luminosa tensione, si tratta di Gustav Meyrink. A lui dobbiamo alcune delle più belle pagine su questo argomento. Pagine che si richiamano all’importanza di essere presenti, svegli, di ridestarsi da quel sonno ottenebrante che colpisce coloro che non vivono in consapevolezza e presenza la propria esistenza, schiavi del tempo e seppelliti da una coltre di condizionamenti, credenze, paure, finzioni. Vorrei leggervene alcune righe, tratte da un suo romanzo. 

“La chiave del dominio sulla natura interiore consiste nella veglia! RESTARE SVEGLI E’ TUTTO. Di nulla l’uomo è tanto certo come di essere svegli; in realtà, è catturato da una rete di sonno e sogni che lui stesso ha tessuto. Più fitta è la rete, più potente domina il sonno; quelli che vi restano imprigionati sono i dormienti, che attraversano la vita come un branco di animali diretti al macello: ottusi, indifferenti e spensierati. (…) Restare svegli è tutto. Sii sveglio in ogni cosa che fai! Non credere di esserlo già. No, tu dormi e sogni. Mettiti d’impegno, raccogli le forze per un unico istante e lasciati pervadere completamente da questa sensazione: ORA SONO SVEGLIO! Se riuscirai a provarla, ti accorgerai subito che lo stato in cui ti sei finora trovato era una sorta di torpore, di stordimento. Hai mosso il primo timido passo del cammino che conduce dalla schiavitù all’onnipotenza…”

Ora, più che mai, siamo chiamati a restare svegli.